a cura di Giulia Gueci e Sergio Troisi
Palermo, Villa Zito
12 luglio – 3 settembre 2018
Promossa dalla Fondazione Sicilia con il Patrocinio del Comune di Palermo – Assessorato alla Cultura e la collaborazione dell’Archivio Pippo Rizzo, la mostra celebra il movimento futurista in Sicilia nell’anno di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018. Oltre 70 lavori (dipinti, disegni, oggetti d’arte applicata, mobili e documenti) sono selezionati dai curatori per ricostruire il percorso compiuto dall’artista dal suo primo soggiorno romano del 1919-1921 fino agli ultimi anni venti, in cui emerge una sensibilità diversa, già intrisa delle suggestioni connesse al movimento del Novecento.
Le opere presenti in mostra hanno rappresentato l’artista nelle maggiori esposizioni storiche di quegli anni: dalle Biennali di Venezia del 1926, del 1928 e del 1930 alla I Mostra di Arti Decorative Siciliane di Taormina del 1928, fino alle mostre del Sindacato fascista di Belle Arti di Palermo (1928 e 1929). Tra i capolavori si ricordano: Autoritratto Futurista (1921), Nomade del 1929 (proveniente dalla GAM di Palermo) o Il treno notturno in corsa e Lampi, che hanno segnato l’affermazione del loro autore; infine, Schermidore Salafia del 1928, per anni disperso e dopo 90 anni nuovamente visibile a Palermo.
Asse portante della mostra è l’esperienza della Casa d’Arte Pippo Rizzo che, sul modello di Balla e Depero, divenne a metà degli anni Venti una fucina di idee, che trovano espressione in tanto in pittura quanto nella progettazione di opere d’arte applicata, dai mobili alla grafica.
Un’ampia sezione della mostra raccoglie, infine, fotografie, cartoline, lettere, appunti, libri con dedica, note manoscritte provenienti dall’Archivio Pippo Rizzo di Palermo e dall’Archivio del ‘900 del MaRT – Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, al fine di tratteggiare il percorso, insieme, professionale e umano dell’artista, il contesto politico-sociale in cui si è sviluppata.